Mindfulness e MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) si caratterizza sempre per la presenza, da un lato, di ossessioni, cioè immagini, pensieri, dubbi ricorrenti ed intrusivi, e dall’altro, di compulsioni, ovvero azioni fisiche o attività mentali messe in atto nel tentativo di ridurre l’ansia o altre sensazioni spiacevoli causate dalle ossessioni. Molta della sofferenza che il DOC è in grado di provocare trova radice in meccanismi di pensiero che nel tempo si rivelano fortemente disfunzionali estendendo questa disfunzionalità alla relazione con l’intero dominio della propria esperienza, dalle percezioni sensoriali alle sensazioni fisiche agli stati emotivi alla dimensione comportamentale, questo quasi sempre con ridotta consapevolezza dei rapporti di causa-effetto tra le differenti componenti.

Alla luce di questa considerazione nell’ambito del cognitivismo di terza ondata è apparso da subito evidente come interventi di Mindfulness che mettono sul “banco di lavoro” della consapevolezza proprio questi meccanismi in azione, cioè mantenendo a fuoco più i processi di pensiero che il contenuto degli stessi, rappresentano un tassello importantissimo della terapia del DOC sviluppando capacità correttive su aspetti nucleari del disturbo.

In particolare in riferimento a:

  • attività di pensiero a carattere compulsivo che vengono poste in essere nel tentativo di placare l’ansia generata dalle ossessioni in realtà andando ad alimentarla.
    Nella pratica della Mindfulness si favorisce la consapevolezza dei pensieri e del modo in cui si risponde ad essi, capacità che sorge nella allenata osservazione della propria attività mentale e delle sue consequenzialità
  • distorsioni dell’attenzione: l’attitudine iper-prudenziale a cercare segnali di conferma e di sicurezza che modella la percezione di un intera situazione.
    Coltivare l’equanimità di fronte a quello che si presenta, è un esercizio che inverte le modalità attentive intrise di giudizio e di preoccupazione che i pazienti con DOC frequentemente attivano.
  • fusione pensiero-azione: la tendenza a considerare i normali pensieri della mente, seppur alieni dai propri valori, gusti, desideri come espressioni di realtà e non come semplici oggetti della mente senza “proprietà”.
    Nella pratica della mindfulness i pensieri sgraditi che divengono ossessioni vengono osservati e registrati come stimoli transitori che compaiono nella mente senza che sia necessario attribuire loro nessun livello di identificazione.
  • tendenza all’evitamento esperienziale: il tentativo di modificare i propri stati mentali in modo diretto sforzandosi di distrarsi e di allontanarli o di modificare la propria realtà esterna attraverso il controllo, la manipolazione o l’evitamento con effetti sempre controproducenti nel lungo periodo.
    Nello sviluppo delle propria pratica di mindfulness si comincia a poter sperimentare un abbandono cosciente e intenzionale del comportamento di evitamento esperienziale e una disponibilità ad esperire le proprie emozioni e cognizioni nel momento in cui si presentano, senza attivare alcun processo di giudizio o di  interpretazione.
  • distorsioni sulle proprie percezioni: l’abitudine a pensare, valutare, analizzare la propria esperienza percettiva più che a percepirla genuinamente rendendola così vulnerabile a dubbi di ogni genere in grado di attivare cicli di sofferenza importante.
    Le capacità di Mindfulness riportano la dimensione percettiva in primo piano, nella sua semplicità e nella sua verità.

Anche in questo caso gli studi sull’applicazione della mindfulness nella terapia del DOC sono numerosissimi, citiamo a titolo di esempio questo studio scaricabile nel quale Hertenstein e colleghi (2012) indagano qualitativamente le esperienze soggettive di 12 pazienti con DOC che hanno partecipato ad un Programma Mindfulness Based ottenendone buoni risultati (Mindfulness-based cognitive therapy in obsessive-compulsive disorder).

Attualmente buona parte dei terapeuti di matrice cognitivo comportamentale integra nel piano di cura di pazienti con Disturbo Ossessivo-Compulsivo interventi strutturati di Mindfulness quali l’MBSR.

Il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR)

Il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) rappresenta un approccio fondato sulla consapevolezza, inizialmente sviluppato dal prof. Jon Kabat-Zinn presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts per offrire alle persone un modo profondamente differente di affrontare molte delle problematiche sia fisiche che psicologiche legate allo stress di una sofferenza fisica o psicologica.

Il programma è composto da 8 incontri settimanali di gruppo, ciascuno della durata di 2 ore e mezzo. Inoltre, è prevista una giornata intensiva (domenica dalle 10 alle 17.00) e una serie di esercizi guidati da svolgere quotidianamente a casa, tra una sessione e l’altra. Questi esercizi richiedono un impegno di circa 45 minuti.

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Riferimento

Dr. Alessandro Marcengo (membro CEDOC – Centro di Eccellenza per il Disturbo Ossessivo Compulsivo)

Équipe

Dr. Alessandro Marcengo, psicologo e psicoterapeuta
Dr.ssa Emanuela Sabena, psicologa e psicoterapeuta
Dr.ssa Laura Schiavo, psicologa e psicoterapeuta
Dr. Stefano Clerico, psicologo e psicoterapeuta
Dr. Fabio Theodule, psicologo e psicoterapeuta

Il Centro D.O.C. è un’area specialistica del Centro Galileo Ferraris

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